La dieta mediterranea

Chi soffre di diabete dovrebbe evitare le calorie in eccesso, mangiando in modo sano. Il nutrizionista Prof. Dr. med. David Fäh fa riferimento ad alcuni studi che dimostrano che la cosiddetta dieta mediterranea può influire favorevolmente sul decorso del diabete. I prodotti poco elaborati e gli alimenti vegetali ricchi di fibre sono i più adatti. Il pollame e il pesce dovrebbero essere preferiti alla carne rossa e soprattutto alla carne rossa trasformata; l’olio d’oliva dovrebbe essere la fonte principale di grassi. Sono problematiche le bevande caloriche, come quelle dolci, i succhi e alcol in grandi quantità.

Gli alimenti molto elaborati saziano poco rispetto alle calorie che contengono e possono far oscillare notevolmente i livelli di glicemia. Le persone vegane, ad esempio, hanno un indice di massa corporea più basso. Tuttavia, questo vantaggio svanisce nelle persone che mangiano spesso prodotti sostitutivi della carne molto elaborati. Lo stesso accade quando si aumenta il contenuto di proteine. Se le proteine provengono principalmente da prodotti a base di carne trasformati, il tutto può anche ripercuotersi negativamente sul diabete.

L’alimentazione dovrebbe essere adatta allo stile di vita

Quale sia la soluzione giusta per la prevenzione del diabete rimane controverso. Il Prof. Fäh raccomanda di valutare la forma appropriata con un nutrizionista qualificato. «Quanto più un cambiamento di alimentazione si adatta allo stile di vita di una persona ed è per essa sostenibile, tanto più è probabile che possa essere attuato nel tempo.»

Ogni tanto si può anche trasgredire: «Non si dovrebbe mai stringere troppo la cinghia, e ogni tanto ci si può anche concedere qualcosa», afferma il Prof. Fäh. Non occorre rinunciare sempre anche a un bicchiere di vino rosso durante il pasto. In riferimento all’elevato contenuto calorico dell’alcol, l’esperto consiglia di non bere tutti i giorni e di farlo solo durante i pasti.

Per quanto riguarda i dolcificanti naturali, come lo sciroppo d’acero, il succo d’agave o la stevia, il Prof. Fäh non vede particolati vantaggi rispetto allo zucchero comune. Non raccomanda particolarmente neanche i dolcificanti senza calorie, come il ciclamato, l’aspartame o l’acesulfame, perché il loro sapore è comunque dolce. «I pazienti affetti da diabete dovrebbero cercare di mangiare in generale in modo meno dolce, disabituando il corpo.»

L’attività fisica prima di tutto

Ma, prima di tutto, c’è l’attività fisica. «In questo modo si possono compensare le trasgressioni nell’alimentazione», sottolinea il Prof. Fäh. Fintanto che si attivano i muscoli e si bruciano calorie, il rischio di diabete o di un decorso grave diminuisce. Naturalmente, con un cambiamento della dieta questo effetto aumenta, soprattutto se il diabete non è presente da troppo tempo e il pancreas produce ancora insulina. Quando le persone affette da diabete riducono il loro peso, i livelli di insulina e la regolazione tra fame e sazietà si normalizzano. «Così è più probabile che si riesca a giungere a un normale comportamento alimentare, con pasti regolari.» E questo è già molto.